Spedizione EduCai 2009

Cinque alpinisti bergamaschi, appartenenti al CAI di Bergamo, coadiuvati da un medico-alpinista di Torino (Renzo Ferrari, capo spedizione, Paolo Grisa, Maurizio Gotti, Pietro Minali, Stefano Morosini e Vincenzo Segala), nel mese di agosto hanno attraversato un territorio del tutto vergine, percorso solo da pastori e da qualche pattuglia militare, ai quali di salire in vetta non interessava affatto, per provare a salire una cima inviolata nelle montagne del Kyrgyzstan. E così è stato. Nessun alpinista aveva rivolto la propria attenzione ai 5.108 metri del monte, che adesso ha un nome: EduCai Peak. Un territorio vergine, anche il Club Alpino kirgyso lo ha confermato: del resto, quell’area sul confine con la Cina è stata liberata dai vincoli militari solo da sette anni, dove la spedizione bergamasca si è comportata in modo tale da non lasciare nessuna traccia del proprio passaggio. Tutti i rifiuti sono stati riportati a valle e anche le bandierine, collocate per segnalare il percorso, sono state rimosse; sono rimasti solo alcuni ometti.

Nata sotto l’egida di Edufest, progetto di sensibilizzazione interno alla bellezza dell’educazione a cura della Diocesi, e del C.A.I. di Bergamo, la spedizione ha risposto in pieno al tema di quest’anno che è «Persone di carattere». Anche nel momento conclusivo di portare a termine la scalata.

L’obiettivo della cima principale è stato raggiunto da Maurizio Gotti e Paolo Grisa, giovani istruttori sezionali della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo Valleseriana, ma tutti concordano che è stato un lavoro di squadra, sia nel suddividersi il lavoro di esplorazione, trasporto del materiale, scelta degli itinerari, valutazione delle condizioni meteo, dove tanto si è speso Pietro Minali, insieme a Stefano Morosini.

L’ascensione ha richiesto il meglio dell’esperienza e delle capacità tecniche della squadra che, composta tutta da istruttori C.A.I., ha prestato grande attenzione alla sicurezza. Nella salita alla montagna si sono alternati tratti di roccia molto spesso friabile, ghiaccio e misto impegnativo, con cornici, seracchi e carichi di neve non sempre stabile. L’obiettivo alpinistico è stato centrato in pieno anche per la salita, nei giorni successivi alla scalata di EduCai Peak, di due altre cime inviolate, alte sui 4.800 metri.

Fondamentale è stata l’esperienza e l’autorevolezza del capo spedizione Renzo Ferrari e del medico, Vincenzo Segala, primario del reparto di Rianimazione dell’ospedale Molinette di Torino, oltre che alpinista e medico di Elisoccorso, nel garantire l’assistenza sanitaria, in un paese del tutto sprovvisto di accettabili infrastrutture e attrezzature mediche, dopo il crollo del grande Impero sovietico.

Oltre all’importanza del gruppo dal punto di vista organizzativo, è stato fondamentale l’affiatamento, il senso di condivisione dell’esperienza umana che stavamo vivendo, l’assenza di attriti o screzi fra di noi, cosa che facilmente accade in spedizioni in cui ci si trova lontano da casa in situazioni di isolamento e disagio per un periodo prolungato di tempo.

Molto spesso i momenti si difficoltà di superavano con un una battuta e con l’impegno di tutti nel  “fare cordata”.

Molto bello è stato anche il coinvolgimento di certi discorsi serali nella tenda mensa sul senso della nostra spedizione, sulla vita, le relazioni umane, la famiglia, su come va, nel bene e nel male, il nostro mondo…

I nomi delle vie sono:

EDU CAI Peak, in nome del progetto congiunto EDUFEST Bergamo – C.A.I. Bergamo di salire una cima inviolata e soprattutto di raccontare alle giovani generazioni la dimensione educativa dell’alpinismo svolta dagli istruttori del C.A.I., autentiche “persone di carattere”.(Relazione EDU CAI Peak)

AMICI Peak, in nome dello spirito di amicizia alla base di una buona e affiatata cordata alpinistica (e quindi di un gruppo impegnato in una spedizione).

MAESTRI Peak, in ricordo dei maestri di vita e montagna che abbiamo avuto, e in particolare in ricordo di Ferruccio Carrara, Alberto Consonni e Livio Ferraris, istruttori delle scuole di alpinismo del C.A.I. di Bergamo morti recentemente in montagna, ed esemplari Maestri.