Monte Cabianca, Via Calegari – Betti

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La Linea della via

Difficoltà: TD-, VI+ (V+/A0), R3, III – 6 lunghezze

Primi salitori: S. Calegari – L. Betti, 26/10/1955

Dislivello: Mt 200

Sviluppo: Mt 250

Avvicinamento: h 2/2.30

Tempo di percorrenza: h 3/4

Esposizione: Nord

Chiodatura: sufficiente a chiodi, soste a spit fix.

Materiale utile: NDA, serie di friends fino al 3 Camalot, martello e chiodi utili ma non indispensabili.

Valutazione: ⭐⭐⭐/⭐⭐⭐⭐

DESCRIZIONE GENERALE

Bella via classica che dopo un periodo di buona frequentazione (anni ’70-’80) è praticamente caduta nell’oblio. Supera la parete nord nel suo lato destro lungo una linea logica di diedri e fessure.

L’arrampicata, sempre verticale, è tecnica con alcuni passaggi esposti ed un tiro finale a tratti atletico. Il terzo tiro originale risale una fessura verticale atletica con difficoltà che superano il VI grado (gradato dagli apritori V grado!): per facilitare il superamento è stata aperta anche una variante a sinistra più godibile. Meritevole di ripetizione!

Periodo consigliato: da inizio luglio a fine ottobre.

ACCESSO

In auto, dall’autostrada A4 Milano-Venezia, uscita Dalmine proseguire fino a Villa d’Almè, prendere la Provinciale della Valle Brembana in direzione di San Pellegrino Terme e seguire le indicazioni per Carona-Foppolo.

AVVICINAMENTO

Da Carona seguire le indicazioni per rifugio Calvi, percorrendo il sentiero 210A, dal lago di Fregabolgia (1953m) attraversare lo sbarramento artificiale e salire lungo il sentiero n. 210A in direzione del Lago Cabianca (2149m). Poco prima del lago salire direttamente verso l’evidente parete. L’attacco si trova al margine destro dell’evidente parete nord, circa 30m a sinistra del canale nord, alla base di un diedro/canale evidente di roccia bianca/arancio (2350m circa, ometto e bollo su placca, ore 1,15 – 1,30 dalla diga).

SALITA

L1) Salire lungo l’evidente linea di diedri fino ad un comodo terrazzo (S1 su 2 spit fix ad anello, 40m, III/IV, 2 ch).

L2) Seguire l’evidente diedro per circa 15m poi lungo dei gradoni verso sx per evitare un diedro acuto; spostarsi a dx per 5m e risalire un diedro per 10m, attraversando poi in diagonale a sx al terrazzo di sosta (S2 su 2 spit fix ad anello, 40m, IV/V, 3 ch).

L3) Dalla sosta spostarsi 2m a dx e risalire per intero l’evidente fessura grigia che più sopra diventa rossa (attenzione a qualche scaglia mobile); superare l’evidente tetto verso dx e continuare più facilmente su terreno rotto e poi in placca fino alla sosta (S3 su 2 spit fix ad anello, 30-35m, VI e A1, IV+, 1 ch). Variante: dalla sosta attraversare espostamente a sx per 5m fino ad un chiodo (passaggio delicato), quindi salire diritto fino ad una fessura/camino che va seguita fino in sosta (35m, V e IV, 1 ch e 1 spit).

L4) Spostarsi 1m a dx, superare il muretto verticale lungo lo spigolo e continuare più facilmente lungo gradoni fino alla base della grande placca appoggiata posta sotto gli strapiombi; risalirla completamente fino alla sosta, posta circa 5m sotto gli strapiombi (S4 su 2 spit fix ad anello, 55m, IV+, III, 1 ch).

L5) Salire diritti per circa 5m fino ad una piccola nicchia a sx, superare un diedrino ostico e, continuando lungo fessure, entrare in un diedro fessurato che si sale fino ad un tettino; con spostamento in placca a sx raggiungere la sosta a sx su un gradino (S5 su 2 spit fix ad anello, 35m, VI+ (V+ e A0), V, V+, 9-10 ch).

L6) Salire il facile diedro fessurato a dx, superare un rigonfiamento e per terreno rotto raggiungere la vetta (S6, 50m, III+).

DISCESA

Lungo la via normale: seguire l’evidente cresta verso est (bolli), inizialmente su erba e rocce poi più rocciosa ed affilata, fino a raggiungere una evidente selletta. Scendere verso nord su sfasciumi e tracce di passaggio per circa 50 metri quindi, sempre lungo rocce e sfasciumi, seguire una ripida traccia bollata in direzione nord ovest fino a collegarsi con il sentiero di salita nella evidente piana erbosa sotto il lago Cabianca; da qui raggiungere la diga (ore 1,30 fino alla diga di Fregabolgia).

NOTE

Da evitare dopo lunghi periodi piovosi; il 4° e il 5° tiro rimangono bagnati a lungo per percolazione di acqua dalla nicchia della 5° sosta.