Monte Cabianca, Via Calegari – Benigni – Farina – Togni

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La Linea della via

Difficoltà: D+, V+, R3, III – 5 lunghezze

Primi salitori: S. Calegari, M. Benigni – A. Farina, E. Togni, 17/10/1965

Dislivello: Mt 140

Sviluppo: Mt 170

Avvicinamento: h 2/2.30 da Carona, h 1.30 dalla diga

Tempo di percorrenza: h 3

Esposizione: Ovest

Chiodatura: sufficiente a chiodi, soste a spit fix.

Materiale utile: NDA, serie di friends fino al 3 Camalot.

Valutazione: ⭐⭐⭐

DESCRIZIONE GENERALE

Itinerario poco conosciuto che sale la parete ovest del Cabianca nel suo lato più corto. La salita è molto logica aBell’itinerario, pochissimo ripetuto, che merita qualche attenzione in più. Supera, con arrampicata mai difficile ed in ambiente selvaggio, la parete ovest del Cabianca sulla direttiva dell’evidente diedro di destra. La salita è molto logica e l’arrampicata si svolge lungo diedri e fessure verticali di ottima roccia. La placca del 5° tiro, aperta con un solo “chiodaccio” di protezione e data di IV grado, vi lascerà stupiti e dimostra le grandi doti arrampicatorie degli apritori!

Periodo consigliato: da inizio luglio a fine ottobre

ACCESSO

In auto, dall’autostrada A4 Milano-Venezia, uscita Dalmine proseguire fino a Villa d’Almè, prendere la Provinciale della Valle Brembana in direzione di San Pellegrino Terme e seguire le indicazioni per Carona-Foppolo.

AVVICINAMENTO

Da Carona seguire le indicazioni per rifugio Calvi, percorrendo il sentiero 210A, dal lago di Fregabolgia (1953m) attraversare lo sbarramento artificiale e salire lungo il sentiero n. 210A in direzione del Lago Cabianca (2149m). Poco prima del lago, all’altezza del cartello CAI, salire direttamente seguendo ometti e bolli fino a dei grossi massi e poi per sfasciumi verso l’evidente canale nord del Cabianca (neve presente fino ad inizio estate). L’attacco si trova nel punto in cui la parete nord tocca il canale, circa a metà dello stesso, dove questo si restringe (2400m circa, spit arrugginito evidente e bollo blu, ore 1,15 – 1,30 dalla diga).

SALITA

L1) Dallo spit non salire l’evidente stretto diedro a sx ma superare una parete a dx fino a raggiungere un facile diedro che va salito fino ad un muro. In diagonale a sx superare un diedrino liscio uscendo sullo spigolo a sx, quindi per fessura alla sosta in una nicchia (S1 in comune con “Carenza di iodio” su 2 spit fix ad anello, 30m, IV, V, 4 ch, vedasi note a fondo pagina).

L2) Attraversare 5m a sx fino a raggiungere la sosta della via Gran Diedro (itin. n.4). Dalla sosta salire in diagonale verso sx ad un chiodo con cordino nero; continuare obliquando a dx su terreno più facile e rotto fino a raggiungere una placca compatta posta sotto la direttiva di uno spigolo strapiombante arancione; superarla verso dx e raggiungere la sosta posta alla base dell’evidente enorme diedro (S2 in comune con “Carenza di iodio” su 2 spit fix ad anello, 40m circa, III-IV, 2 ch).

L3) Salire il diedrino sopra la sosta e continuare facilmente lungo la rampa/canale a dx del diedrone, andando a sostare sulla evidente parete verticale che chiude il diedro a dx (S3 su 2 spit fix ad anello, 20m, IV, II, 1 ch).

L4) Salire il diedro a dx della sosta fino a giungere sotto un piccolo tetto (a sx sono evidenti due chiodi su un muro strapiombante; non salire! passaggio di alcuni ripetitori); superare il tetto sempre lungo il diedro verso dx per circa 3m fino a raggiungere una specie di prua strapiombante a sx. Aggirare il suddetto spigolo a sx fino a trovarsi in un diedro a placche che va risalito fino ad un comodo terrazzo erboso. Più facilmente verso dx su alcune lame fino a raggiungere la sosta sopra una evidente e grossa scaglia (S4 in comune con “Carenza di iodio” su 2 spit fix ad anello, 25m circa, V/V+, 2-3 ch).

L5) Spostarsi a dx lungo la scaglia e raggiungere l’evidente vecchio chiodo sporgente; salire a rinviarlo e attraversare a sx per circa 4m su placca a tacche. Continuare direttamente su placca verticale compatta (passo chiave) fino ad uscire su terreno più facile ed appoggiato; raggiungere verso dx due evidenti fessure che vanno salite fino ad individuare a dx un diedrino rotto che, superato, porta più facilmente in sosta (S5 su 2 spit fix ad anello, 40m circa, V, IV, 4-5 ch; sosta e parte finale del tiro in comune con la via Carenza di iodio).

DISCESA

Lungo la via normale: seguire l’evidente cresta verso est (bolli), inizialmente su erba e rocce poi più rocciosa ed affilata, fino a raggiungere una evidente selletta. Scendere verso nord su sfasciumi e tracce di passaggio per circa 50 metri quindi, sempre lungo rocce e sfasciumi, seguire una ripida traccia bollata in direzione nord ovest fino a collegarsi con il sentiero di salita nella evidente piana erbosa sotto il lago Cabianca; da qui raggiungere la diga (ore 1,30 fino alla diga di Fregabolgia).

NOTE

In fase di richiodatura, si è mantenuta la linea originale dell’itinerario che, attualmente, ha le soste in comune con la via Carenza di Iodio. Il secondo tiro originale è stato ripreso parzialmente dalla successiva via Gran Diedro del ’68 nel suo secondo tiro, che poi traversa a sx.