Difficoltà: TD-, VI (V/A0), R3, III – 7 lunghezze
Primi salitori: G. e I. Longo, 13 settembre 1931
Dislivello: Mt 250 circa
Sviluppo: Mt 300 circa
Avvicinamento: h 4/5 da Carona, h 2 dal rifugio
Tempo di percorrenza: h 3/4
Esposizione: Nord
Chiodatura: sufficiente a chiodi, soste a spit fix.
Materiale utile: NDA, serie di friends fino al 4 Camalot, martello e chiodi utili ma non indispensabili.
Valutazione: ⭐⭐⭐/⭐⭐⭐⭐
DESCRIZIONE GENERALE
La prima via tracciata sull’imponente e nera parete nord del Pizzo Poris, risulta essere una delle più difficili salite delle Orobie nel periodo anteguerra! Bella e divertente arrampicata su roccia molto buona, in ambiente severo ed isolato.
Periodo consigliato: da inizio luglio a metà ottobre
ACCESSO
In auto, dall’autostrada A4 Milano-Venezia, uscita Dalmine proseguire fino a Villa d’Almè, prendere la Provinciale della Valle Brembana in direzione di San Pellegrino Terme e seguire le indicazioni per Carona-Foppolo.
AVVICINAMENTO
Da Carona (BG) seguire la strada o il sentiero CAI n. 210 al Rif. Calvi (2015m, ore 3 circa). Dal rifugio seguire il Sentiero delle Orobie che, attraversando alle pendici del Monte Grabiasca, conduce al pianoro di Valsecca. Continuare lungo il sentiero in direzione del Passo di Valsecca e, circa 200 m prima del passo, piegare a dx e portarsi alla base dell’evidente spigolo nord del Pizzo Poris; l’attacco è poco a dx dello spigolo in una evidente fessura-camino (ometto di sassi, 2 h circa).
SALITA
L1) Salire lungo la verticale fessura-camino con massi incastrati fino a raggiungere un comodo terrazzino con due grossi massi incastrati a mo’ di grotta; non entrare nella grotta ma risalire il suo fianco sx, quindi attraversare una placca verso dx fino alla sosta (S1 su 2 spit fix con anello, 45 m, IV, 3 ch, 1 fix).
L2) Salire diritti per qualche metro poi piegare a dx verso un diedrino fessurato che si risale fino alla sosta posta su un terrazzino a dx (S2 su 2 spit fix ad anello, 35/40 m, IV+, 3 ch).
L3) Spostarsi a sx e risalire su placche fino a raggiungere il filo dello spigolo nord che si segue per un tratto esposto fino a raggiungere una cengia, presso dei grossi massi (S3 su 1 spit fix ad anello ed 1 ch, 35 m, IV, V, 3 ch; sosta a spit fix per eventuale calata a sx).
L4) Dalla sosta salire a sx fino a un chiodo evidente poi verso dx a una fessura nera che porta a una piccola cengia a sx; attraversare a sx lungo la cengia per circa 10 m fino ad uno spigolo che va risalito fino alla sosta posta su placca a dx (S4 su 2 spit fix ad anello, 30/35m, V, 1 pass. VI, 4 ch, 1 fix).
L5) Dalla sosta salire obliquando a sx fino ad aggirare un tetto sul lato sx, puntando all’evidente torrione a sx; risalire il torrione fino al suo termine e i successivi risalti verso sx fino alla sosta (S5 su 2 spit fix ad anello, 45 m, IV+, 2 ch).
L6) Salire diritti lungo una placca appoggiata delimitata a dx da una grossa fessura, quindi verso dx a superare un canalino e diritti fino alla sosta (S6 su 2 spit fix ad anello, 50 m, IV, 1 ch).
L7) Lungo balze rocciose e un camino/canale verso sx fino a raggiungere la cresta soprastante (S7 su 1 spit fix ad anello, 40m, II/III, 1 ch).
Risalire la cresta verso sx fino a un intaglio dal quale, in breve, alla cima (facile ma esposto e su roccia rotta).
DISCESA
- Dalla vetta scendere dapprima lungo la cresta est fino a individuare i bolli rossi che, seguiti verso sx, riportano al Passo di Valsecca e all’attacco (1 h circa).
- Dalla vetta seguire la facile e rotta cresta in direzione sud fino ad un evidente intaglio; da qui scendere per ripidi ghiaioni e rocce rotte lungo il canale in direzione ovest fino a ritornare all’attacco (1 h circa).
- Dal termine del 5° tiro in corda doppia direttamente lungo la via Agazzi – Arrigoni.
NOTE
Parete fredda e che rimane bagnata a lungo dopo intense precipitazioni.